Una ricetta equilibrata che conquista il naso con piacevoli sentori di pepe e noce moscata.
L’assaggio è pieno con un sapore che si rivela amabile.
Di mortadella si parla e si racconta sin dal Medioevo, e se la prima ricetta viene pubblicata nel 1600, già nel 1557 nel “Libro novo nel qual si insegna a far d’ogni sorte di vivanda” Cristoforo di Messisbugo, cuoco presso la corte d’Este, presenta lavorazione, preparazione e ingredienti di questo squisito salume. Dal Medioevo ad oggi, la produzione è molto cambiata e il salume storico e aristocratico si è trasformato in un alimento amato da tutti e accessibile a tutti.
La mortadella Portafortuna esternamente ha un bel color biscotto, al taglio è rosata con lardelli bianchi, ben compatti nell’impasto e distribuiti omogeneamente, cosi come per i pistacchi. Il profumo al taglio è esuberante, deciso, vivace, tipico, equilibrato e invita all’assaggio. La consistenza è setosa, il sapore speziato, deciso e persistente.
La prima cosa da fare è togliere l’involucro e rifilare la parte esterna, poi la mortadella si affetta sottile, possibilmente con l’affettatrice, per ottenere fette spesse massimo un millimetro. Detto questo va evidenziato che, in alcune zone, la tradizione vuole la mortadella tagliata a mano in fette spesse qualche centimetro e poi in spicchi. Nella preparazione di ricette, la possiamo trovare in cubetti, dadi, bastoncini striscioline e a volte anche tagliata con le formine dei biscotti.
La Mortadella Portafortuna, dal profumo avvolgente e dal sapore deciso è ottima con il filone di pane, tanto che insieme diventano “l’eccellenza del buono”. Poi schiacciata, spianata, focaccia, pizza bianca si prestano ad ospitare ed esaltare profumi e sapori di questo salume. Da provare, come amuse-bouche, anche i bigné mignon riempiti con un’emulsione di mortadella e panna fresca e decorati con capperi di Pantelleria.
Tinta su tinta! I vini rosati si dimostrano perfetti in abbinamento con la mortadella, abbinamento che coinvolge sin dalla vista e che risponde alle aspettative attraverso note delicate e vellutate; il Rosè Brut, con la sua freschezza e la sua persistenza dona al connubio un carattere intenso e unico capace di coinvolgere tutti i sensi in un’esperienza gustativa di perfetto equilibrio.
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