Una mortadella dalle fette setose in una veste esterna di un bel color biscotto.
Accogliente e rotonda al naso, seduce in bocca per la dolcezza delicata e una nota di pepe, equilibrata dai cubetti di prosciutto tagliati al coltello.
La ricetta della mortadella per molto tempo fu tenuta segreta dalla Corporazione dei Salarioli. Si deve a Vincenzo Tanara, nel 600, la sua prima pubblicazione e, nel 1661, le Corporazioni dei Lardaroli e dei Salaroli iniziano a lavorare con impegno perché questo squisito insaccato fosse insignito di una denominazione di origine per certificarne qualità e bontà. Nella mortadella Etrusca il prosciutto è aggiunto al posto dei lardelli, così questi due salumi classici della nostra tradizione si “sposano” dando vita ad un salume davvero originale e molto ricercato.
La mortadella Etrusca è di forma schiacciata e esternamente si presenta con un caldo color biscotto dato dalla cottura, al taglio è rosata con lardelli bianchi e rossi di prosciutto, consistenti e ben compatti, distribuiti omogeneamente, cosi come per i pistacchi. Il profumo al taglio è importante, pieno, tipico. La consistenza è setosa, il sapore particolarmente delicato grazie al prosciutto.
Togliere l’involucro e rifilare la parte esterna, affettare la mortadella sottile, possibilmente con l’affettatrice, per ottenere fette di massimo un millimetro. Va detto che, in alcune zone, la tradizione vuole la mortadella tagliata a mano in fette spesse qualche centimetro e poi in spicchi. Nella preparazione di ricette è possibile trovarla in cubetti.
Spesso per stare insieme è bene essere “diversi”: per questo mortadella e Champagne è ormai uno degli abbinamenti consolidati, profumi di noce moscata e pepe per la mortadella, impronta vinosa e acidità per lo champagne, ecco l’intesa vincente!
La mortadella esprime al massimo le sue potenzialità dentro a due fette di pane casereccio, magari con l’aggiunta di un peperoncino sott’aceto che esalta la morbidezza e la dolcezza di questo salume. Da provare assolutamente anche nella schiacciata toscana e nella focaccia genovese, un modo per non scordarne mai la bontà.
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